Nella serata di lunedì 15 aprile la NASA ha indetto una conferenza stampa condotta esclusivamente in streaming. Il tema era la comunicazione di aggiornamenti cruciali sulla missione Mars Sample Return.

Cos’è Mars Sample Return

Mars Sample Return, il cui nome ricorre di frequente nella narrazione delle attività di Perseverance, è l’ambizioso progetto che prevede di portare sulla Terra dei campioni di rocce e regolite marziane.
Allo stato attuale, il progetto della missione si compone indicativamente di quattro parti: il rover Perseverance, incaricato della raccolta dei campioni; il Sample Retrieval Lander, che recupererà le fiale contenenti il materiale marziano; il Mars Ascent Vehicle, un piccolo razzo che porterà in orbita la capsula con le fiale; l’Earth Return Orbiter, un satellite che intercetterà e raccoglierà la menzionata capsula con un rendez-vous in orbita marziana per fare poi ritorno sulla Terra.

Schema della missione in una vecchia infografica che prevedeva ancora un apposito rover per il recupero delle fiale. Crediti: ESA

Come è evidente, si tratta di un progetto di grandissima complessità costruttiva, con alcuni elementi che rappresentano qualcosa di mai tentato prima come il decollo di un razzo da un altro pianeta e il rendez-vous extraterrestre.

Le ultime importanti notizie su MSR erano datate 21 settembre, con la pubblicazione di un report indipendente. L’analisi dell’intera missione, nei suoi molteplici aspetti, si era focalizzata sugli aspetti più critici che, se non revisionati, avrebbero potenzialmente portato al fallimento delle operazioni e allo spreco di un’enorme quantità di denaro. Il limite superiore del costo stimato arrivava a sfiorare gli 11 miliardi di dollari.

Cosa è stato detto nella conferenza stampa

La conferenza è stata aperta dall’amministratore NASA Bill Nelson che senza mezzi termini ha illustrato la situazione nella sua crudezza.

Attualmente il piano in corso, con i suoi costi stimati e con una ragionevole conclusione che si prolungherebbe al 2040, è ritenuto troppo lungo oltre che troppo oneroso. Si ritiene quindi essenziale trovare un’alternativa più rapida ed economica.

Il discorso dei tempi inaccettabili trova giustificazione nel fatto che sembra impensabile per l’agenzia spaziale, tra oltre 15 anni, pensare ancora al recupero dei campioni quando nei piani a lungo termine della NASA si vorrebbe invece essere al lavoro per portare i primi esseri umani su Marte. Collegato a questo, è stato anche menzionato il fatto che non è probabilmente nelle intenzioni delle future missioni con astronauti un eventuale sbarco nel Cratere Jezero per il recupero manuale delle fiale, in quanto altri siti offrono opportunità scientifiche maggiori.

Anche il costo di 11 miliardi di dollari è improponibile, perché priverebbe di adeguati fondi e risorse umane altre missioni spaziali di elevato rilievo scientifico. L’amministratore Nelson ha menzionato, a questo riguardo, le future Dragonfly, DAVINCI, Veritas e NEO Surveyor. Per allinearsi con un budget compatibile con le stime fornite nella più recente Decadal Survey, il costo di Mars Sample Return deve collocarsi tra 5,3 e 6,9 miliardi di dollari.

Spendere meno e fare in fretta

Fare le cose più in fretta e in modo più economico sembra uno di quegli irrisolvibili paradossi della progettazione. È per questo che Mars Sample Return dovrà essere revisionata per raggiungere l’obiettivo del completamento della missione tassativamente entro il prossimo decennio.

Per affrontare le questioni, la NASA si è decisa a cambiare radicalmente l’approccio e ha iniziato a contattare industrie, vari altri centri NASA e lo stesso JPL (che ha attualmente in carico lo sviluppo di MSR) per pianificare alternative allineate al budget disponibile. Le risposte alla richiesta sono attese entro il 17 maggio e la loro valutazione richiederà 90 giorni. Sarà quindi in autunno che sapremo qualcosa di più del futuro di Mars Sample Return, con la valutazione e implementazione della nuova architettura che inizierà tra fine 2024 e inizio 2025.

L’accoglimento delle raccomandazioni della Independent Review Board include aggiornamenti al design della missione, con un’attenzione all’uso di tecnologie già disponibili e a loro modo “tradizionali”. Questo porterebbe a ridurre i rischi, i costi e i tempi di sviluppo. Tra queste possibilità è stata menzionata come esempio la riduzione della massa del lanciatore Mars Ascent Vehicle, che vedrebbe una semplificazione del design e dei costi. Collegata a questo c’è anche l’opzione, emersa durante la parte dedicata alle domande, di ridurre il numero di fiale da recuperare e portare a Terra. Rinunciare a qualcuno dei 30 campioni sarebbe doloroso e aprirebbe dei dibattiti scientifici sulla selezione basati sul lavoro di catalogazione già svolto da Perseverance, ma rappresenta indubbiamente una via possibile per velocizzare il completamento della missione.

Progetto del lander con il piccolo lanciatore. Crediti: NASA

Non sono al momento disponibili aggiornamenti da parte del partner della NASA, l’agenzia spaziale europea ESA, coinvolta nel programma Mars Sample Return con lo sviluppo e la costruzione dell’orbiter marziano. Dopo la conferma dell’impegno nella missione ExoMars, che ha recentemente ricevuto l’approvazione per la sua continuazione con lancio previsto nel 2028, e visti gli storicamente minori fondi a disposizione rispetto a quelli statunitensi, non sembra probabile che l’ESA possa aumentare il suo budget per venire in soccorso di MSR.

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